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M come Mitologia e Manga

Di solito non mi piace leggere più di un libro per volta, ma questo mese sono inciampata in due lavori niente male, non troppo impegnativi ma che valgono una lettura.

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Il primo libro è Zeus grants stupid wishes. A no-bullshit guide to world mythology, di Cory O’Brien. Vi lascereste mai scappare un libro con un titolo del genere?

Questo è tutto ciò che ho sempre desiderato: un retelling della mitologia mondiale scritta dalla lingua, o meglio tastiera, biforcuta di O’Brien. Nulla di simile ad “A volte ritorno” di Niven, quindi non aspettatevi un racconto moralista o commuoventi capitoli sul perché l’amicizia tra Gilgamesh e Enkidu sia un tema ancora attuale. Anzi, non aspettatevi nè capo nè coda da questo libro!

Cosa spinge Zeus ad accoppiarsi con ogni essere vivente gli passi sotto il naso? Oppure… avete presente Dio? Come mai ha impiegato sette giorni per creare la Terra, quando Ra ha fatto tutto in un solo giorno? E lui ha dovuto prima creare se stesso! Mentre Persefone e Izanami sono entrambe bloccate nell’Ade dopo aver mangiato chicchi di melograno, che coincidenza…

La scrittura è molto scorrevole, una chiacchierata tra amici decisamente alticci, a colpi di metafore, ragionamenti pseudo-seri e la vera, ma poco credibile mitologia di mezzo mondo. Un’ampia sezione è dedicata ai miti greci, ma O’Brien ha lasciato spazio anche al Giappone, ai paesi nordici, all’India, al Messico e a tante altre culture.

È un piacere scoprire che i miti greci non sono i più assurdi (quelli indiani li battono di gran lunga) oppure che in alcuni casi ci sono molte somiglianze, come il sacrosanto diluvio universale. Nel passato erano proprio fissati!

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Il secondo titolo invece è un manga cinese di cui sono innamorata persa e probabilmente continuerò a parlarne fino alla tomba. Sto parlando di Tamen de gushi (La loro storia) di Tan Jiu. Qiu Tong è innamorata di una studentessa che frequenta il liceo vicino al suo. Vorrebbe parlarle o almeno chiederle come si chiama, ma come può farlo se basta un sorriso della ragazza a mandarla completamente in tilt e a farla arrossire come un pomodoro?

Grazie a una pioggia improvvisa le due ragazze avranno l’occasione di conoscersi. Mentre i sentimenti di Qui Tong si intensificano di giorno in giorno, nasce in lei la speranza che anche Sun Jing possa nutrire qualcosa nei suoi confronti: il modo in cui si muove e l’affetto con cui le parla sembrano significare qualcosa di più.

Per quanto ne so, è piuttosto raro trovare dei manga yuri, ovvero storie d’amore tra ragazze, che siano innocenti, romantici e non espliciti, ma Tamen de gushi è quell’eccezione che conferma la regola. La cosa che mi piace di più è che non si tratta di una storia travagliata, niente angst: mettetevi comodi e godetevi i tentativi di Qiu Tong mentre cerca di conquistare Sun Jung. Sarà un po’ imbarazzante per la nostra protagonista, ma anche decisamente tenero.tamen-de-gushi-ch-106-pic-4.jpg

Adesso il manga conta 133 capitoli e spero che lo aggiornino al più presto perché sono in letteralmente in fibrillazione. I disegni sono accurati e ricchi di particolari, e i capitoli sono come un cesto di ciliegie, in cui una tira l’altra e in un paio d’ore vi ritroverete ad esserne ossessionati e a cercare fanart su internet!

Facili da leggere, perfetti per questa stagione assurdamente calda, ve li consiglio… ehm… caldamente.

Alessia xx

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Stonata, ma poliglotta?

«Se avessi un solo desiderio, cosa desidereresti?»

Fino a un anno fa avrei risposto «essere almeno un poco intonata» perché, passi “tanti auguri a te”, per il resto del mio repertorio non c’è via di salvezza. Adesso, invece, ciò che desidero veramente è parlare, scrivere e comprendere più lingue, come il francese, lo spagnolo e il giapponese.

Per questo, quando ho avuto la possibilità di frequentare per una settimana la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici a Pisa in men che non si dica ho prenotato l’autobus (per la bellezza di 16 ore di tortura viaggio) e mi sono catapultata a Pisa con il mio bel cartellino da “Visitatore” appeso al collo.

La nostra prima lezione è stata Traduzione audiovisiva (non che il nome spieghi molto): in pratica, sottotitolaggio e doppiaggio di Peppa Pig.

Può sembrare semplice e imbarazzante, ma quando devi tradurre «who buys all this rubbish?» e la prima traduzione che ti viene in mente è «chi compra tutta questa merda?», ma non puoi assolutamente scriverla perchè devi pensare ai bambini!… Lì capisci come anche la traduzione di Peppa Pig non sia poi così scontata.

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Una lezione particolarmente strana è stata Mediazione linguistica orale, ovvero come i traduttori in diretta dei talk show. La generale idea di fare una traduzione del genere era inverosimile soprattutto perché (scientificamente provato) avremmo dovuto usare simultaneamente i due emisferi cerebrali, per ascoltare e tradurre all’istante (o quasi).

Con molta probabilità i miei emisferi sarebbero collassati (ma gli interpreti professionisti possono tradurre simultaneamente solo per mezz’ora, quindi il mio noncollasso è giustificato).

Indossando le cuffie, dovevamo ripetere ciò che la prof leggeva – nel momento stesso in cui leggeva – e contemporaneamente scrivere numeri in ordine decrescente.
Inutile dire che le nostre serie contavano più numeri del dovuto, e neanche nell’ordine giusto 😌

La regina della nullafacenza (Conversazione) si è rivelata invece la lezione migliore in assoluto: nessun innovativo metodo d’insegnamento, solo conversazione. Ma quando a parlare è una persona decente come Beth, ognuno trova un poco di coraggio per dire la sua.

Questa settimana a Pisa ha reso un po’ più possibile il mio famoso desiderio: non so ancora scrivere in giapponese e tutto ciò che capisco quando ascolto il francese è un gorgoglio di erre e in verità non ho alcuna certezza di poter studiare in quella scuola, ma so che potrei realizzarlo. Anche se non frequento un linguistico, anche se ci sono così tante parole che non conosco e che non so nemmeno pronunciare.

Perché ho capito che è quello che vorrei fare: scegliere le parole giuste per tradurre quei libri che ho letto in lingua – libri bellissimi da non smettere di leggerli – e farli conoscere a chi non si sognerebbe mai di leggere in una lingua straniera.

Più semplicemente, sono fan (di un numero spropositato di cose), e so quanto sia importante una buona traduzione: magari potrei essere d’aiuto.

Alessia xx

nottivago: una persona che vaga di notte o che è sonnambulo