«Quest’anno vieni a fare teatro?»
Ero parecchio indecisa: l’anno scorso avevo partecipato al teatro della scuola – avevo avuto una particina, di cui, se non altro, tutti si ricordavano (per ovvi doppi sensi motivi):
«Si tolse il cappello, allungò la mano oltre il mancorrente della scaletta e lo lasciò cadere giù. Sembrava un uccello stanco, o una frittata blu con le ali. […] Evidentemente era un uccello, non una frittata»
(Novecento – Alessandro Baricco)
Quello che più mi aveva spaventato era il dover lavorare per mesi insieme a ragazzi che conoscevo solo per averli incrociati nei corridoi. Immaginate quindi il mio shock quando alla prima lezione di teatro vidi più di 50 ragazzi! (ho pregato intensamente che molti abbandonassero la nave il progetto, perché erano davvero troppi e io non conoscevo nessuno) (sono una brutta persona, lo so)
Per farla breve, l’anno scorso è stata quella che si può chiamare un’esperienza: la storia era interessante e la maggior parte degli attori era simpatica e non così tanto spaventosa rispetto a come me l’ero immaginata (obv). Però non ero diventata parte del gruppo e non ero nella posizione di fare battute stupide senza farmi mille paranoie (il che è oggettivamente l’unico metro valido per valutare un’amicizia).
«Quest’anno vieni a fare teatro?»
«Non credo»
«A teatro stiamo facendo degli esercizi per la fiducia, come nei film! Questo regista è proprio bravo, altro che quello dell’anno scorso!»
«Ma se tu l’anno scorso nemmeno venivi a teatro!»
«Oggi forse iniziamo a vedere il copione: tu ci vieni questa volta?»
«Mhh… Okay»
Avete mai realizzato come una parola in più o in meno possa trasformare la vostra vita? Forse solo per poco; magari quanto basta.
E’ stato un lungo lavoro: non si trattava certo di una commedia o di una storia affascinante come era stato per Novecento. Ci vuole del tempo per capire Pirandello e soprattutto per accettarne l’idea, perché ogni tanto si riaffacciava il dubbio che non fosse la scelta più azzeccata: «Altro che questo Pirandello di **! Dovevamo fare Sogno di una Notte di Mezza Estate!»
In tre mesi, abbiamo ridotto e personalizzato Pirandello: quasi senza accorgercene, abbiamo assistito alla crescita dei personaggi, che sono diventati non più soltanto di Pirandello, ma anche dei singoli attori.
Abbiamo creato le scenografie e provato anche mentre martellavano i pannelli di sfondo (in un’atmosfera di escandescenza generale), cercato vecchi vestiti di famiglia e bisticciato con il regista che avrebbe voluto fare strane acconciature con i miei capelli!
Il 30 maggio siamo andati in rappresentazione con Così è… (se vi pare) e pur tra battute scribacchiate sulle mani e microfoni assenti ce la siamo cavata! Quella storia che prima non ci entusiasmava più di tanto, ora non facciamo che citarla, tanto che anche le battute sbagliate e improvvisate quel giorno sul palco sono diventate quasi parte di un nuovo copione.
Il 1 giugno abbiamo partecipato alla rassegna teatrale SKENE, organizzata dal Liceo Salvemini di Bari, vincendo i premi per miglior attrice protagonista e miglior attore non protagonista e classificandoci al secondo posto!
Al di là della nostra vittoria e del mio ruolo nello spettacolo, sono estremamente contenta di aver fatto teatro quest’anno: ho conosciuto persone fantastiche che non avrei potuto incontrare in altro modo, con le quali in poco tempo si è creata una strana e pazza amicizia ❤️
E pensare che non avrei mai potuto conoscerle se non fosse stato per quell’amico che continuava a raccontarmi del teatro: magari ne parlava solo perché lui si stava divertendo e molto probabilmente non gli interessava affatto convincermi a partecipare, in ogni caso ecco la dimostrazione di come poche parole involontarie possano scatenare scelte più che giuste!
Alessia xx
venale: che si può vendere, di persona che agisce solo per il proprio interesse