Il giorno della partenza ovviamente pioveva e la mia mente era divisa tra le bestemmie e il mantra: «se piove qui, non pioverà lì».
Nonostante tutto, eccoci stretti nei nostri sedili, in volo per Valencia ✈️
Ho passato gran parte del volo a scattare foto ala/cielo, perché questo è il vero motivo per cui ci si siede accanto al finestrino e se non siete d’accordo, state mentendo a voi stessi.
In Spagna rinunciate all’inglese, perché in pochi lo capiscono. Se non conoscete la lingua, limitatevi all’italiano: molti spagnoli lo parlano abbastanza bene e altrettanti sono gli italiani che incontrerete.
A Valencia qualsiasi zona vogliate raggiungere, ogni dieci minuti c’è un autobus che può portarvi lì: per questo la prima cosa che vi consiglio di fare è comprare una tessera per i mezzi pubblici. E’ davvero conveniente e nel caso abbiate finito le corse o dimenticato la tessera potete sempre pagare direttamente al conducente senza correre all’ultimo minuto alla ricerca di una macchinetta. In ogni caso, Valencia non è una città smisurata e la si può visitare con comodità anche a piedi (il centro è solo a mezz’ora di camminata, altrimenti prendete l’autobus n. 62 verso Plaza de l’Ajuntament).
Día 1
Dal centro storico si nota come Valencia non segua un preciso stile, bensì più forme architettoniche vengano non solo accostate, ma anche fuse in un unico monumento, come nel caso della Cattedrale. Sul lato che si affaccia su Plaza de la Reina, si trova un campanile alto più di 50 metri chiamato Miguelete: una scalinata porta fino in cima dove si trovano undici enormi campane, una sfacchinata che sicuramente li vale tutti, quei suoi 207 scalini!
Invece, sul lato che si affaccia su Plaza de La Virgen, davanti alla Puerta de los Apóstoles, ogni giovedì a mezzogiorno è organizzato il Tribunales de las Aguas. Dichiarato patrimonio intangibile dell’umanità dall’UNESCO, si tratta di un vero e proprio tribunale, uno dei più antichi al mondo, con il compito di risolvere le controversie dovute all’acqua destinata alle irrigazioni.
Sempre in Plaza de La Virgen, si trova la Fuente de Rio Turia, che rappresenta un uomo barbuto su un piedistallo – appunto il fiume Turia – circondato da otto ragazze – i canali d’irrigazione affluenti.
Poco lontano è il Mercado Central, un grande mercato coperto caratterizzato da un’architettura moderna e vetrate colorate: un’atmosfera da fiera!
Dopo la visita nel centro storico, abbiamo pranzato in un locale spagnolo chiamato 100 montaditos: 100 diversi piccoli panini – i montaditos – serviti con nachos e guacamole e sangria che scende come acqua. Scrivete la vostra ordinazione, lasciate il vostro nome e tempo quarto d’ora vi sentirete chiamare: «Alexia, por favor!» (gli spagnoli proprio non capiscono le due s del mio nome, ma non mi dispiace). Uno dei migliori locali dove abbia mangiato che fortunatamente esiste anche in Italia: Roma, Milano, Pescara (ma non a Bari, a quanto pare, ah!).
A Valencia ci sono diverse stazioni per affittare biciclette (ValenciaBikes, ValenBiCi). Nel pomeriggio infatti abbiamo noleggiato le bici e abbiamo percorso tutto il Jardí del Turia. No, non vi state confondendo, si tratta esattamente dello stesso fiume Turia di prima.
Nel passato il fiume attraversava Valencia, ma a causa delle frequenti piene che lo facevano straripare, si decise di deviarne il flusso. Oggi, il letto asciutto del fiume ospita un parco unico nel suo genere che si snoda lungo tutta la città, dove potete trovare grandi spazi verdi, attrezzature sportive e auditorium a cielo aperto.
A un capo del giardino c’è il Bioparc, dall’altra parte c’è la Ciutat de les Arts i les Ciències e proseguendo oltre si può raggiungere il porto e la spiaggia. Il parco è percorribile a piedi e in bici, grazie a una pista ciclabile che si collega senza interruzioni al centro cittadino.
Non essendo esperti della città e – personalmente – non avendo assolutamente senso dell’orientamento, alla fine ci siamo persi. Seguendo la pista ciclabile siamo finiti su una strada in controsenso, sicuri del fatto che sicuramente per le bici non c’è un senso di marcia, giusto?
Ovviamente eravamo controsenso anche sulla pista ciclabile e lo abbiamo intuito da un ciclista che ci ha guardato seriamente traumatizzato! Come se non fosse bastato, in quel momento un autobus a due piani stava svoltando nella nostra direzione: dire che già mi immaginavo spiaccicata contro il parapetto del ponte è un eufemismo. Ma sono sopravvissuta!
Si può percorrere in bici tutto il Jardí del Turia in quasi 3 ore, ma il tempo scorrerà così velocemente che non ve accorgerete. E’ davvero uno dei luoghi più belli di tutta Valencia: si può fare sport, ci si può semplicemente rilassare ed è frequentato a tutte le ore: alle 10 di sera c’è ancora chi fa jogging o si esercita per qualche gara di ballo.
Dopo aver visto Valencia, credo fermamente che se ogni città avesse un parco bello e organizzato almeno quanto la metà del Jardí del Turia, tutti sarebbero più felici.
Alexia xx
(la mia visita di Valencia continua qui)
aporia: dubbio, difficoltà logica
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